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Come reagire alla perdita di un caro, ecco l'insegnamento tratto da una storia vera

Come reagire alla perdita di un caro, ecco l'insegnamento tratto da una storia vera

Maurice Goldblatt e suo fratello Nathan, partendo quasi dal nulla, avevano costruito una catena di grandi magazzini il cui giro d’affari superava i 100 milioni di dollari l’anno.


E dopo lunghi e difficili anni avevano ottenuto un successo strepitoso.


Ma proprio allora, dopo una breve malattia, uno dei due, Nathan, era morto di cancro. 


Dopo questo tristissimo evento, Maurice, l’altro fratello, aveva fatto in modo che la Goldblatt Foundation desse il primo milione di dollari per il programma di ricerca sul cancro dell’Università di Chicago. 


E si ritirò dagli affari per dedicarsi anima e corpo al compito di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla lotta contro il cancro.


Sincerità, sensibilità, determinazione nel darsi da fare per questa causa così grande, nel corso del tempo fecero sì che Maurice divenisse una figura in grado di influenzare tantissime persone.


E il suo impegno, quindi, che era ispirato da una tragedia che aveva subìto e per la quale aveva sofferto molto, fu premiato riuscendo a sensibilizzare moltissima gente sull’argomento della malattia del cancro.


Chi conosce questo Maurice Goldblatt? Probabilmente nessuno. Nemmeno io sapevo chi fosse prima.


Allora perché ho voluto raccontarti brevemente questa storia?


Perché intorno a noi è pieno di esempi di questo tipo, cioè che dimostrano come da una grande perdita subita chiunque possa trovare una grande motivazione per andare avanti.


Sono proprio gli esempi di vita ad esserci utili. Poco importa come si chiamino le persone che compiono grandi cose. Ciò che è utile è l’esempio di storie di vita realmente accadute.


Chi abbandonerebbe completamente un’azienda creata con le proprie mani per impegnare tutto sé stesso a disposizione di una nobile causa come ad es. la cura del cancro?


Probabilmente solo chi comprende davvero che c’è un modo di reagire.


Purtroppo perdere qualcuno è un fatto della vita al quale non si può porre rimedio. E nulla potrà mai riportarci indietro la persona amata che è andata via per sempre.


Ma la reazione migliore di fronte ad una perdita è quella di dare spazio all’ego adattivo che abbiamo dentro…


...quello cioè che sa adattarsi alla vita così com’è e sa cogliere quegli aspetti costruttivi che anche un evento molto negativo può avere.


Fare ciò non è però scontato. Infatti noi esseri umani tendenzialmente lasciamo che a prendere il sopravvento sia il nostro “lato infantile”. Quello che in pratica fa sì che ci lamentiamo continuamente, crogiolandoci nella tristezza seduti sopra ad un divano a guardare tv. 


Quello che fa sì che ci sentiamo vittime di una cospirazione generale o della sfortuna più nera che ci ha presi di mira e non possiamo far nulla per ritrovare serenità..


So bene che quando si vivono momenti oscuri, difficili, dolorosi, è difficile cogliere i lati positivi della vita.


Sia perché anch’io ci sono passato sulla mia pelle, sia perché come impresario funebre vivo quotidianamente a contatto con persone che sono in lutto. Pertanto vedo con i miei occhi, ogni giorno, la realtà di fatto in cui molti tendono inizialmente ad essere “ciechi” verso le opportunità che nascono quando un caro viene a mancare.


Tutti vorrebbero poter riavere indietro il genitore, il fratello, il nonno, la cara persona andata via, senza troppi giri di parole. Ed è normale che sia così. Ed è anche giusto che per un certo periodo di tempo, inizialmente, nella nostra mente il pensiero sia questo.


Fa parte del processo naturale di elaborazione del lutto vivere questo genere di stato psicologico.


Ma ad un certo punto è necessario farsi domande molto chiare:

Come posso reagire in modo utile per me e per gli altri che mi vogliono bene?


Cosa posso fare per adattarmi alla nuova situazione in cui vivo per andare avanti nella vita visto che non posso tornare indietro nel tempo?


Una risposta chiara a queste domande la offre il counsellor Mirco Bosi che consiglia di portare la nostra attenzione su qualcosa che crei valore per noi e per gli altri. 


Piccola precisazione per fare chiarezza:


Counselor? Cos’è?

Il counselor non è uno psicologo, è un professionista che supporta gli individui con problematiche di varia natura. 


E offre supporto diretto al superamento delle difficoltà di adattamento rispetto a specifiche situazioni di tensione, cercando di stimolare le capacità di reazione delle persone.

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Tornando a noi: come possiamo reagire per dare spazio al nostro lato adattivo che ci consentirebbe di convivere con la perdita subita senza sprofondare in abissi che possono portare a depressione e altre malattie patologiche?


Il counsellor Mirco Bosi in un suo intervento suggerisce di mettersi al servizio degli altri perché farlo può portarci soprattutto 2 vantaggi: 


  1. ci consente di non focalizzarci troppo con la mente per tutto il tempo sul triste evento che abbiamo subito;
  2. fa sì che possiamo distribuire valore agli altri oltre che a noi stessi.


Come l’esempio reale che ho riportato a inizio articolo in cui il protagonista Maurice Goldblatt aveva reagito impegnandosi per una causa sociale importante nella società. 


Se ci pensi un secondo, quante persone dopo aver perduto qualcuno per colpa del cancro scendono in campo per realizzare iniziative, raccolte fondi, beneficienza, convegni e molto altro ancora?


Oppure quanti genitori o vedovi dopo la morte di un figlio o partner per incidente stradale si iscrivono ad associazioni che diffondono messaggi di sensibilizzazione contro la guida in stato di ebbrezza o lanciano petizioni e raccolte firme?


Ci sono decine e decine di esempi che potrei fare, penso di essere già stato esaustivo.


Lamentarsi, sentirsi vittime, lasciarsi sopraffare dal dolore può ostacolare “l’allenamento” ad adattarsi alla nuova vita che si prospetta davanti senza il caro venuto a mancare. 


E questo è controproducente per noi e chi ci sta vicino. 


Un comportamento adulto/adattivo, invece, crea valore per noi stessi e per chi ci sta intorno. Può aiutarci ad andare avanti e può produrre risultati utili anche per gli altri.


Avere una missione, perseguire uno scopo, percorrere una via, può donare senso alla nostra esistenza quando qualcuno scompare e tutto ci sembra così difficile.


Ti invito a seguire la mia pagina FB mettendo Mi Piace e il mio sito web, dove tratto di questi temi alquanto trascurati al giorno d’oggi.


Contenuti che faccio per accendere un faro nella notte verso la nave di chi attraversa un momento molto difficile.


Con stima, ti saluto.


Fabio Di Sabatino

DI SABATINO ONORANZE FUNEBRI

Via Trieste, 28 - 64018 TORTORETO(TE)

Cell. 3896259038


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