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Rabbia e Collera. Ecco una reazione a volte pericolosa causata dal lutto e come affrontare e aiutare un caro in preda a questo "meccanismo" di difesa mentale che ci accomuna tutti

Rabbia e Collera.

Ecco una reazione a volte pericolosa causata dal lutto e come affrontare e aiutare un caro in preda a questo "meccanismo" di difesa mentale che ci accomuna tutti

Per cercare conferme, se cercassi su internet notizie su fatti di cronaca che riguardano devastazioni di qualche pronto soccorso a seguito della morte di un uomo o una donna troveresti decine di articoli.


Persino in tv sui telegiornali qualche volta capita di ascoltare notizie di questo tipo. 


Ma perché succedono queste cose? 


E’ tutta una questione di inciviltà da parte dei parenti delle vittime o esistono reazioni a livello psicologico che accomunano tutti gli esseri umani davanti ad un lutto?


Se la risposta a questa domanda può esserti utile per comprendere fatti di questo tipo ma soprattutto capire come reagiscono interiormente le persone di fronte alla perdita di un caro e quindi sapere com’è consigliabile comportarsi e come aiutare qualcuno che si trova a vivere la perdita di un caro, leggi le righe che seguono.


“Spaccano tutto, urlano, distruggono. Rubano, anche. Scompare una barella, una sedia a rotelle viene portata all'esterno e scaraventata contro la saracinesca di un bar. Tra gli sgomenti presenti al raid di massa per la morte del giovane Ugo Russo, quindici anni, ci sono i genitori di Irina, 39 anni, morta in quegli istanti al pronto soccorso dopo essere stata pestata a sangue dal suo compagno. Femminicidio che passa sotto silenzio superato dall'enfasi della folle aggressione.”

[Napoli - Quotidiano “La Repubblica”]


“È arrivato in ospedale a Gallarate (Varese) in ambulanza nel primo pomeriggio di oggi, accusando un malore e in forte stato di agitazione, e senza attendere la visita (gli era stato assegnato un codice bianco) è salito al quinto piano e si è gettato nel vuoto, morendo sul colpo. I suoi familiari, appena informati, hanno devastato il Pronto Soccorso e aggredito il personale sanitario, tanto che la direzione e il 118 hanno dovuto dirottare le urgenze ad altri presidi ospedalieri per circa tre ore.”

[Varese - Sito Web "www.leggo.it"]


“Assalto all'ospedale, i medici: "Sembrava una guerra. Tiravano i macchinari per aria"

Il ragazzo era stato portato in ospedale dopo essere stato ferito da un carabiniere. Alla notizia della morte è esplosa la furia dei parenti. I medici in servizio: "Oggetti lanciati in aria, computer sradicati e attrezzature mediche sfasciate"

[Napoli - Quotidiano “Il Giornale”]


Questi sono soltanto alcuni stralci di notizie degli ultimi mesi che chiunque può trovare su internet i quali parlano di rabbia e collera in una delle loro peggiori forme di manifestazione visto che hanno portato famigliari e parenti in lutto a compiere atti di disordine pubblico.


In questo articolo non m’interessa esprimere giudizi di valore su fatti e persone anche se, ovviamente, nessuno è autorizzato a distruggere oggetti e a mettere a soqquadro spazi pubblici. 


Sono comportamenti assolutamente da scongiurare.


E’ interessante, però, capire cosa c’è alla radice di tutto questo. 


E comprendere se sia possibile individuare cosa scatta nella mente di una persona che subisce una perdita in famiglia. E capire, inoltre, se ci sono modi costruttivi di relazionarsi con una persona addolorata.


Partiamo dalla domanda iniziale: a livello psicologico esistono meccanismi di difesa scientificamente dimostrati che inducono noi esseri umani a perdere il controllo e talvolta, purtroppo, a comportarci male con chi ci sta intorno? 


La psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross considerata tra le più importanti esponenti degli studi sul tema della morte e del morire ha scritto libri e condotto studi su questo tema e ha lavorato al servizio di persone che avevano ricevuto la triste notizia che non ce l’avrebbero fatta a sopravvivere alla malattia e a stretto contatto anche con i famigliari di quelle persone. 


La dottoressa Kübler-Ross ha potuto elaborare e dimostrare che esistono dinamiche mentali comuni agli esseri umani quando la morte si presenta a sconvolgere gli equilibri della vita. Studi poi confermati da numerosi psicoterapeuti nel corso del tempo.


E tra queste dinamiche comuni agli esseri umani ecco che spunta quella che la fa da protagonista nei titoli che ti ho riportato prima: Rabbia e Collera. 


Quindi la risposta alla domanda di prima è: si, esistono reazioni psicologiche che accomunano tutti noi nel lutto.


Rabbia e collera è soltanto una delle reazioni psicologiche (entrambe sono riunite in un’unica categoria non da me bensì dalla stessa dottoressa Kübler-Ross) e che possono sfociare anche in Risentimento e Invidia a seconda delle persona.


Bisogna essere a conoscenza del fatto che questa reazione si manifesta in tutte le direzioni, a 360gradi. Ecco perché possono succedere episodi di disordine pubblico. 


E proprio perché la reazione è “cieca” e quasi casuale, può essere manifestata dalla persona anche contro famigliari stretti, partner, amici, personale ospedaliero, medici, Dio.


La stessa Kübler-Ross scrive che la reazione “è proiettata in tutte le direzioni e sull’ambiente, a volte quasi a caso”.


COME AIUTARE E STARE VICINI A CHI E’ IN PREDA A RABBIA E COLLERA?


Appurato che questa reazione è normale e può manifestarsi in diverse forme, voglio offrirti degli spunti utili a capire cosa e come fare per dare il tuo aiuto alla persona in difficoltà.


Bisogna capire prima di tutto che rabbia, collera, risentimento, invidia, sono forme di comportamento che implicitamente palesano anche una richiesta di aiuto. 


Essere a conoscenza di questo è già tanto.


Per questo se vuoi bene a quella persona e vuoi aiutarla sappi che abbandonarla per troppo tempo a sé stessa, ignorarla, evitarla per scongiurare litigi o spiacevoli discussioni non è la miglior cosa da fare.


Ma, purtroppo, va detto anche che non tutti siamo in grado di essere affettivamente vicini a chi si comporta in maniera rabbiosa o collerica.


Questo perché quella persona può essere altezzosa, lamentosa, scorbutica e quant’altro nei nostri confronti.


Quindi se ritieni di non essere capace di aiutarla in quel momento dovresti (quando opportuno) metterti in disparte e dare il tuo aiuto quando sarà finita questa “antipatica” ma normale reazione.


Se, invece, ti senti in grado di starle vicino e di rispondere alla richiesta di aiuto che proviene dal tuo famigliare/parente/amico il modo migliore è il seguente:


Di fronte a frasi e comportamenti di insofferenza, incontentabilità, aggressività è necessario dimostrarsi tolleranti.


Rispondere in maniera intollerante seguendo il detto “occhio per occhio, dente per dente” non fa altro che accrescere la reazione fino a renderla spropositata. 


Come indica nei suoi scritti la dottoressa Elisabeth Kübler-Ross possono esserci “delle discussioni inutili per difendere la posizione, ma spesso il movente della discussione è assolutamente irrilevante”


Essere tolleranti, calmi, pacati, invece, farà sì che quella persona si calmi, abbassi i toni, si tranquillizzi. 


Essere presenti senza giudicare l’altra persona è la maniera più adatta di convivere e aiutare chi sta attraversando una fase come quella di cui ho parlato in questo articolo.


Non sempre è facile, qualche volta tutto ciò è molto impegnativo ma sono esperti come la psichiatra svizzera più volte citata a consigliare tale approccio.


Fino a quando tutto ciò finirà, perché è fisiologico che questa fase finisca, e si torni a convivere in maggiore tranquillità.


L’argomento, le citazioni e gli esempi di cronaca che ho scritto possono essere utili per affrontare un momento difficile come la scomparsa di una persona cara, soprattutto perché sono momenti di scarsa lucidità e di shock, che procurano disorientamento e confusione nella testa delle persone più sensibili.


Detto questo, ti invito a contattarmi se hai bisogno di maggiori informazioni sui temi di carattere funebre e cimiteriale.


Come vedi il lutto non comporta solo la singola organizzazione di un funerale, come molti in questo settore concepiscono il servizio di onoranze funebri.


In qualità di impresario funebre vivo quotidianamente il tema del lutto sotto gli aspetti operativi e fornisco informazioni, notizie e consigli utili su come scongiurare spiacevoli sorprese, perché vivo questo mestiere come una missione che mi sprona a offrire sostegno concreto alle famiglie. 


Essere a conoscenza di questi e altri argomenti può davvero fare la differenza per vivere un triste evento con maggiore consapevolezza, come se avessi in mano una mappa del percorso quando la "giusta via” delle cose fatte per bene sembra essere smarrita.


Ecco perché sul mio sito web e sulla pagina Facebook “DI SABATINO ONORANZE FUNEBRI” pubblico periodicamente articoli e video realizzati da me sul settore funebre e cimiteriale.


Per oggi è tutto, alla prossima


Fabio Di Sabatino

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